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La creazione di un romanzo secondo Troy Denning (e scusate se è poco!)


Il seminario tenuto dal grande scrittore di Forgotten Realms, Dark Sun e Guerre Stellari, è stato sicuramente ricco di spunti per tutti gli aspiranti romanzieri che vi hanno partecipato; alcuni erano studenti universitari, altri giornalisti, altri avevano già scritto qualche lavoro fantasy, ma ciò che li accomunava era sicuramente la passione per questo mondo.

Troy ha esordito dicendo che di solito la prima storia di uno scrittore è sempre la più bella perché ognuno di noi porta dentro qualcosa da raccontare, qualcosa che elabora da sempre, su cui sogna e pensa. La secondo storia è invece spesso deludente, un rifacimento in peggio della prima idea.

Secondo lui, il segreto per dare una struttura consistente a un romanzo è quello di fondare la trama su una domanda che nascerà all'inizio del libro grazie a un conflitto (anche interiore) del protagonista, e che troverà la risposta solo alla fine. Ogni domanda deve essere poi suddivisa in altre 3, che costituiranno la prima, la media e l'ultima parte del racconto, e così via.

Un esempio semplice ha strappato molto sorrisi: il cavaliere deve salvare la principessa. La domanda fondamentale è "Ci riuscirà e quando?". Così inizia la prima parte con la sua sotto-domanda: "Ma il cavaliere sa che la principessa è sparita? Oppure la sera prima era al bar a bere con gli amici e non se n'è accorto?"
La seconda sotto-domanda è "Dove sarà mai andata? Sarà uscita con Sir Gawin invece che con il nostro cavaliere oppure sarà stata rapita dal Cavaliere Nero?"; appurato che la ragazza è stata rapita il cavaliere si domanda: "Come faccio a salvarla?" e quando trova la soluzione il romanzo termina con il tradizionale lieto fine.

Il seminario è poi proseguito con l'argomento della costruzione dei personaggi: Troy ha disegnato per il pubblico lo schema che usa di solito. E' una croce che ai quattro angoli ha altrettanti aspetti che servono alla caratterizzazione cioè quello che il personaggio vuole, quello che farà per ottenerlo, i suoi punti di forza e i suoi punti deboli.

Infine si è parlato delle principali tecniche che gli scrittori usano per tenere alta la suspance del racconto: un elemento di disturbo in mezzo alla vicenda, che rimescola le carte in gioco e fa sentire al lettore (che crede di iniziare a capire dove andrà a parare la storia) che c'è molto di più da scoprire, un finale aperto (che però deve rispondere alla domanda iniziale eventualmente creandone una nuova per un possibile racconto futuro) oppure la morte di un personaggio importante, sapendo che però c'è il rischio che il lettore non la accetti e quindi non sia contento del nostro lavoro.

Questi, riassumendo, sono stati i temi principali toccati nel corso dell'incontro, che è durato due ore ma che sicuramente, grazie anche alla grande disponibilità di Denning, avrebbe avuto argomenti per continuare ancora.

A cura di Silvia Petri