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Lady Oscar - 25 Anni Insieme


Il manifestoUna mostra a cura di Yamato, Enrico Ercole e Riccardo Mazzoni In collaborazione con l'Association Marie Antoinette di Parigi In occasione del 25 anniversario della prima pubblicazione Italia e del trentacinquesimo della creazione.

"Il buon padre voleva un maschietto ma ahimè sei nata tu. Nella culla ti ho messo un fioretto, Lady dal fiocco blu". Chi non ricorda i mitici versi di quella sigla che, cantata dai Cavalieri del Re, alle 20.00 di quel 1 marzo di venticinque anni fa tenne per la prima volta migliaia di ragazzi di tutte le età incollati davanti al televisore per assistere alle avventure di una bellissima ragazza che, allevata dal padre come un maschio, diventa capitano delle guardie del re al servizio della regina Maria Antonietta di Francia? Eh sì, sono passati venticinque anni. Venticinque anni di un successo incredibile che non sembra conoscere fasi calanti: il romantico personaggio inventato da Riyoko Ikeda nel 1972 ad ogni passaggio televisivo conquista nuove generazioni aiutando un po' tutti a studiare gli eventi che condussero alla Rivoluzione francese. A lei, a Oscar Françoise de Jarjayes, Yamato Video dedica questo doveroso omaggio: una mostra che espone memorabilia, gadget, pubblicazioni, libri, riviste, locandine e poster che portano il visitatore nella Francia del XVIII secolo, a Versailles, e nel romantico mondo di Oscar. Dal momento che la peculiarità del cartone animato, e del manga originale, è proprio l'intrigante mix di storia e fiction, la mostra si snoda principalmente su questi due piani, mettendo in relazione i personaggi del manga e dell'anime con i loro corrispondenti in carne ed ossa. Ecco allora la regina Maria Antonietta, re Luigi XVI, la contessa di Polignac, il bel conte di Fersen, lo stupidotto cardinale de Rohan, la perfida Jeanne De La Motte Valois, il battagliero Maximilien de Robespierre e tanti altri personaggi tornare a nuova vita in un'interessante slalom tra finzione e storia.

Un documento prezioso

Per la prima volta in mostra una copia della lettera che Maria Antonietta spedì nel 1793 al vero generale De Jarjayes chiedendogli di rinunciare al piano per farla fuggire dalla prigione: un documento preziosissimo che sarà esposto grazie alla collaborazione dell'Association Marie Antoinette di Parigi. La lettera fu inviata da maria Antonietta a De Jarjayes nei giorni successivi l'esecuzione di Luigi XVI per avvisare il generale che aveva rinunciato, per la sicurezza dei figli e dei suoi cari, ai piani di fuga. De Jarjayes, la cui moglie era stata per anni al servizio della regina, si era fatto carico di coordinare i piani per salvare la regina facendola scappare dalla prigione del Tempio. De Jarjayes, raggiunta la regina nella sua cella, travestito da lampionaio, ebbe modo di avvertire la sovrana del piano per farla fuggire. Corruppe funzionari e affittò perfino una carrozza. Ciò che mandò a monte il piano fu il rifiuto di Maria Antonietta di abbandonare il figlio e scappare da sola. Scrisse la regina a De Jarjayes (testo della lettera esposta in mostra): "Abbiamo fatto un bel sogno, questo è tutto. Ma io ho molto guadagnato nel ricevere un'ulteriore prova della Vostra affettuosa devozione. La mia fiducia in voi non ha limiti. Mio figlio è tutto ciò che conta per me. Per quanto il pensiero della libertà sia meraviglioso, il pensiero di uscire da qui, non potrei mai risolvermi a separarmi da lui. Lo so bene quanto voi avete a cuore i miei interessi e so anche che l'occasione che perdiamo potrà non ripetersi più. Ma non conoscerei un solo momento di felicità se abbandonassi i miei figli. E per ciò non ho rimpianti". Prima di partire da Parigi, De Jarjayes fu in grado di assecondare l'ultimo desiderio della regina: riportare a Fersen il prezioso anello che le regalò durante gli anni felici del loro amore, un anello con inciso il motto "tutto a te mi guida". Lo avrebbe fatto anche Oscar, ma si sa, un De Jarjayes vale l'altro.

La vera vita di Lady Oscar

Come? "Peccato che Oscar non sia mai esistita?" Sbagliato. Il Settecento europeo fu animato da una misteriosa e ambigua figura che certo non deve essere passata inosservata a Riyoko Ikeda: le Chevalier d'Eon, ossia Charles Genevieve Louis Chevalier D'Eon de Beaumont. Si trattava di un uomo dotato di tale grazia, tratti e modi effeminati da poter essere scambiato per una donna. Approfittando di questa sua ambiguità, che lo portò perfino a partire tredicenne per il collegio maschile vestito da ragazzina, divenne molto popolare nella Parigi della prima metà del XVIII secolo. Nel 1756 Luigi XV lo chiamò a far parte del suo gabinetto segreto, una specie di "servizio segreto" del re a cui erano affidate le missioni più delicate, grazie alla capacità di mischiarsi tra le dame più eleganti quanto tra i cavalieri più rudi. Dopo anni, grazie all'intermediazione di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, indimenticato autore de "Il barbiere di Siviglia", D'Eon torna in Francia. Chiede al nuovo monarca, Luigi XVI, di poter rientrare ufficialmente a Parigi: una nave carica di piume e abiti preziosi, pare scelti da Maria Antonietta in persona, parte per Londra e riporta in Francia una misteriosa gran dama. D'Eon diventa in breve la "mademoiselle" più amata dall'aristocrazia, ma lo scoppiare della Rivoluzione francese lo priva del vitalizio, costringendolo a sette mesi di prigione per debiti e segnando l'inizio del suo declino. Avvicinatosi al giansenismo, D'Eon salutò con gioia la presa della Bastiglia ma dimostrò pubblicamente di sprezzare i metodi sbrigativi, poco diplomatici, di Robespierre e dei giacobini. Tornato in Inghilterra per sfuggire al Terrore di Parigi, ormai anziano e appesantito, non riuscì a riconquistare il favore della spietata aristocrazia inglese. Morì il 21 maggio del 1810, povero, assistito dalla vedova di un ammiraglio con la quale si scambiava corsetti e crinoline
Un parallelo, quello tra Oscar e lo Chevalier d'Eon, reso ancora più interessante dall'anteprima del nuovissimo anime ispirato proprio a questo personaggio, "Le Chevalier d'Eon", che Yamato affianca a Lady Oscar nella presentazione di questa mostra.

Il ritorno del cavalier d'Eon

La serie, composta da 24 episodi, è un adattamento dei romanzi storico-fantastici scritti da Tow Ubukata, da cui è stato tratto anche un manga. I romanzi stessi si rifanno ad un personaggio realmente esistito, Charles-Geneviève-Louis-Auguste-André-Timothée Éon de Beaumont (1728-1810), diplomatico francese, spia, soldato e membro della Massoneria. La caratteristica principale di D'Éon è il mistero del suo sesso: uomo o donna? Egli visse metà della sua vita in abiti maschili, l'altra indossando vesti femminili. Proprio a causa dì questa promiscuità furono fatte molte scommesse, ma nessuno poté mai affermare con certezza se il cavaliere fosse uomo o donna fino alla sua morte, quando l'autopsia eseguita dai medici svelò finalmente il suo segreto.
La realizzazione dell'anime è stata affidata alla Production I.G., e dal punto di vista grafico il lavoro è ottimo. I fondali in CG sono spettacolari, riproducono fedelmente l'architettura francese del secolo, gli edifici dei vari Paesi e la ricchezza della nobiltà. I personaggi sono realizzati in maniera molto realistica. Su tutto dominano due condizioni: l'oscurità delle strade, misteriose e piene di pericoli, e lo scintillio dei vari palazzi reali, in cui si nascondono terribili segreti e si sprecano gli intrighi. La trama dell'anime è piena zeppa di riferimenti a fatti e personaggi (a volte fuori tempo), a cui si intrecciano religione, organizzazioni segrete (vere o presunte), classiche cospirazioni, misticismo e simboli magici o semplicemente misteriosi. Il plot è, quindi, abbastanza complesso: ogni puntata svela un particolare che potrebbe portare alla soluzione del mistero, ogni mistero nasconde un segreto ben più grande. Dietro ogni segreto si cela un personaggio che sembra coinvolto in più macchinazioni. E, tra tutti, il Re e la Regina di Francia sembrano saperne più di ogni altro.